Da una ingiallita pagina di un quaderno a righe di quarta classe elementare degli anni 50 si legge appena uno scritto a penna dall'inchiostro sbiadito un componimento per tema: “Parlami della piazza Mercato del tuo paese”.
Di seguito si riporta.
“ Svolgimento:
La piazza Mercato del mio paese è una piazza che si trova tra la via Collegio e la via Roma è di forma ovale e non è grande grande ma sempre affollata.
Dal lato della via Roma c'è la Torre alta dell'Orologio che fa quattro faccie e ha quattro quadranti che fanno la stessa ora e sopra ci sono due campane una piccola e una più grande. La campana più grande suona le ore, la piccola i quarti, assieme suonano la scuola per noi scolari che andiamo a scuola a studiare, ma il mio compagno di banco, Guccione, non viene più a scuola mi dissi che sa leggere e scrivere e che lo studio non serve a niente va a travagghiari a mastru muratore.
Nella piazza a centro ci fanno il mercato del pesce con il tetto coperto le mura sono fatte di cantuna di tufo da un lato è recintato con una ringhiera in ferro con due porte di ingresso.
Al centro c'è un pilastro con sopra i simboli del fascio littorio e l'acquila romana mentre alla parete dell'orologio esiste un vespasiano.
Dentro il mercato ci sono sei banchi per la vendita del pesce le guardie annonarie vigilano sulla qualità del pesce ed incassano l'I.G.E.
Altri cristiani vendono merci vari lu zu Bastianu rigorosamente vestito a lutto con cravatta e
coppola nera vucia brocculidi li Funtaneddi haiu E cu mancia broccculi un mori mai Ficu sicchi vi vinnu.
Lu zi Turi Spitu seduto sopra lu fillizzu con acciancu lu so sceccu sardignolu vende babbaluci e muntuna satareddu ed arianu più di latu c'è lu zu Carmelu lu puzzaru misu a lu suli vinni puddicini paparelle nuzzareddi ed anche tartarughine la zi Cicia vende pane.
Noi ragazzini ci incontriamo per giocare a lu bummulu a cannidduzza e a trappa a trappa.
Questa piazza a me mi piace tanto.”
Da quel datato componimento, come in un docufilm, girato senza l'aiuto di effetti speciali né di attori professionisti, da una ragia dettata dalla mente di un bambino di anni 10, descrivendo uno spaccato della vita sociale del tempo, oggi, una riflessione è d'obbligo: dove sono finite quelle figure che animavano quella Piazza, creando un modello di economia basato sul lavoro di braccia,che produceva modeste, se pur importanti, entrate?
Ora esistono i discount; dov'è quel vociare di gente, quel punto di incontro e di socializzazione, il confronto compravendita?
Oggi ci sono i social, emblema di un mondo anonimo; quel mondo è solo un vecchio ricordo (Carpe Diem).
Mi manca il raglio dell'asino sardo di lu Zu Turi Spitu, detto “babbaluceddu”, lo strillare confuso della folla (Collodi), lo stridere delle ruote di “lu carritteddu” spinto dal garzone della fornaia sul macadàm.
Nel 1979, politici nichilisti e oscurantisti invece di recuperare quell'immobile e destinarlo a museo cittadino o biblioteca, lo hanno demolito, cancellando la memoria storica, e con esso il vespasiano. Creando una struttura da adibire ad ufficio di collocamento, non curanti del contesto urbanistico/architettonico della zona e non mostrando alcun rispetto per il monumento la “Torre dell'Orologio”. Al momento questo stabile, in disuso da tempo, è abbandonato e fatiscente, si suggerisce, onde evitare pericolo di crollo, per salvaguardare l'incolumità dei passanti e mirare al riordino della Piazza, la completa demolizione dello stesso e rendere fruibile quel largo destinandone l'intera area recuperata a mostre, estemporanee, concerti, attività ludicosportive, di svago e/o al mercatino del contadino, per così dare regalità al principale monumento cittadino.
N.B.: IN ROSSO, GLI ERRORI EVIDENZIATI DALLA MAESTRA.
CAMPOBELLO DI MARIA 28/08/2023
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ANTONIO GULOTTA
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