La ferula, in siciliano “FERLA”, appartiene alla famiglia “APIACEAE”, pianta temuta da pastori e non solo.Alcuni principi attivi che si rinvengono nei tessuti di questa pianta, infatti, sono di natura tossica (dicumarinica), che ha attività anticoagulante, usata come sostanza derattizzante.La Ferula inizia il proprio ciclo vegetativo alle prime piogge autunnali e termina con il mese di giugno.
Produce, con la fioritura, un fusto, che raggiunge un'altezza compresa tra uno o due metri, con circonferenza alla base di 15/20 cm, legnoso all'esterno con un midollo interno tenero e spugnoso.
Tale fusto veniva utilizzato dai pastori per produrvi “fillizzi” (sedili) ed altri mobili per la lavorazione e conservazione di ricotta e formaggi, mentre nel mondo contadino si creavano molti oggetti ed utensili come la “taggghia” e la “strazza”.
I segmenti del fusto, della lunghezza di circa 30/40 cm, spaccati longitudinalmente venivano usati nelle barberie del tempo, per affilare i rasoi (strappa).
I lunghi fusti,usati come bastoni, accompagnavano pastori, viandanti, mendicanti, santi e papi (vedi ferula papale).
Durante il medioevo il lungo fusto veniva anche utilizzato per custodire manoscritti.
La ferula viene parassitata da un fungo della famiglia delle “Pleurotaceae”, il “Pleurotus eryngii” (Funci di fella) , commestibile e molto ricercato ed apprezzato, sin dall'antichità.
Pianta mortale è anche portatrice di vita, infatti, tra i suoi germogli ospita le larve, che si sviluppano da ovodepoṡizióne, nei mesi di maggio giugno, di una meravigliosa e bellissima farfalla l' “Ospitone”, contribuendone allo sviluppo ed alla conservazione della specie.
Campobello di Mazara 08/03/2021
IL PRESIDENTE DELL'ARCHEOCLUB
DI CAMPOBELLO DI MAZARA
ANTONINO GULOTTA
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